Nel periodo che precede il Natale, nelle case di milioni di persone in tutto il mondo, è tradizione allestire l’albero di Natale con vicino la ricostruzione della natività, ovvero il presepe.
Le origini di questa rappresentazione sono molto lontane e risalgono addirittura ad opera di San Francesco d’Assisi, il quale realizzò il primo presepe vivente della storia a Greggio, un piccolo centro in provincia di Rieti, nel Lazio.
Nel 1222 con l’approssimarsi del Natale, San Francesco sentì forte il desiderio di rievocare la nascita di Gesù, chiese quindi il permesso al papa Onorio III, il quale lo rifiutò, visto che erano vietati dalla chiesa i drammi sacri.
In alternativa gli concesse di poter celebrare la messa di Natale, soltanto in una grotta naturale, il Santo ne fu felicissimo, dato che il piccolo paesino di Greggio gli ricordava molto Betlemme.
Con l’aiuto di Giovanni Velita, il castellano di Greggio, ma anche un suo amico sincero, portò nella grotta soltanto una mangiatoia, un bue ed un asinello, non c’erano i classici figuranti come la Madonna e San Giuseppe, ma solo i pastori, quelli veri, vale a dire gli abitanti delle zone circostanti.
Una gran folla di gente accorse per ascoltare la famosa predica di San Francesco, il quale con parole semplici rese più accessibile e comprensibile, il vero senso del Natale, anche alle persone che non sapevano leggere, per far aumentare ancora il loro il senso di devozione verso Gesù.
Secondo Tommaso da Celano, un frate che raccontò la vita del Santo, quella notte avvenne anche un miracolo, uno dei presenti affermò che la statua in terracotta del bambinello si animasse.