La Sindrome di Asperger, cos’è?

Medico3La Sindrome di Asperger è un disturbo dello sviluppo molto simile all’autismo e viene infatti definita una malattia a spetto autistico. Riconosciuta come sindrome solo negli anni ’90, i lavori più importanti di ricerca su questo disturbo pervasivo si devono alla psichiatra inglese Lorna Wing, che coniò nei primi anni 80 il nome della Sindrome in onore di uno suo collega, lo psichiatra Asperger, anch’esso impegnato per anni in diversi studi.

 

La sindrome di Asperger comporta evidenti compromissioni della vita sociale dell’individuo. Le interazioni con gli altri sono quasi inesistenti e si tende a seguire un comportamento ripetitivo fatto di schemi e di stereotipi con interessi che sono ristretti e del tutto personali. La Sindrome di Asperger si differenzia dall’autismo in quanto non si riscontrano ritardi nello sviluppo cognitivo o nel linguaggio ma bensì si evidenziano i disturbi della personalità, le paura di stare con gli altri. Sono inoltre comuni in questo disagio i disturbi compulsivi, ansia, depressione e fobie. Diversi studi hanno evidenziato come la Sindrome di Asperger sia in realtà l’insieme di diversi sintomi e di diversi disturbi. La diagnosi avviene quindi da una osservazione dei comportamenti e si riscontra generalmente entro i 6 anni di età. Ad esempio la Sindrome di Asperger è tipica di un bambino che evidenzia comportamenti ripetitivi e che ha capacità particolari di memorizzare numeri, codici e altre informazioni oppure che è in grado di interessarsi in maniera esclusiva solo ad alcune attività senza dedicarsi o interessarsi ad altro.

 

La condizione generale di una persona con Sindrome di Asperger è la totale mancanza di interesse nei confronti degli altri e della vita sociale e di comunità. Si tratta di limitazioni che sono diverse rispetto ai sintomi dell’autismo ma che implicano ugualmente un supporto nelle attività quotidiana come nella scuola e nel rapporto con i coetanei. Le terapie per la Sindrome di Asperger riguardano soprattutto gli aspetti sociali, le comunicazioni, il supporto psicologico per affrontare gli stati depressivi, l’iperattività o l’ansia che è tipica di questa condizione.